L'IMPREVEDIBILE IMPENETRABLE
CHACO ARGENTINA

BY ANDREA BATTAGLINI


Sopra in alto: matassa fili chaguar colorati per tessere da maestra Wichi.


Sopra francobollo del bosco Impenetrable, insetricabile.

Chaco Impenetrable settembre 2018

E’ emozionante il Chaco, che significa “casa recintata” o “luogo di caccia” in guaraní, e  barbaro l’imprevedibile Impenetrable. “Barbaro”  è un aggettivo usato spesso dagli argentini che ne valorizzano correttamente il significato etimologico di “nuovo”, “diverso” e per estensione “originale”. E infatti è unico al mondo l’immenso bosco nativo che ricopre a ovest del Paraná oltre un milione di ettari segnando la provincia del Chaco, sfiorando quella di Formosa e aggrovigliando un angolo della provincia di Santiago del Estero. Ed è davvero impenetrabile non solo per l’inestricabilità di fitti arbusti spinosi e pervicaci alberi ad alto fusto che creano muri invincibili al passo umano, ma per la siccità e l’assenza di acqua  dovuta al calore - che oscilla da 30° ai 50° - storicamente sopportato solo dagli indigeni di etnia qom e wichi.


Sopra murales a Castelli

Fino alla fine dell’Ottocento costituiva una terra nondum cognita, conosciuta solo agli animali che la popolavano, per fortuna, indisturbati.  Una fauna davvero esclusiva tra cui figura oltre al puma riscontrabile “ovunque” nelle Ande, anche il mitico yaguareté che però non lo hanno più avvistato recentemente perché, considerando che con passo felpato il giaguaro percorre migliaia di chilometri all’anno, è probabile che sia spesso in ferie altrove. Invece, e altrettanto rari,  accertati  il tatú carreta, un armadillo che qui raggiunge dimensioni impensabili (anche un metro e mezzo di lunghezza); il mono carayá negra, scimmia nera casinista e dispettosa; l’aguara gauzú, un canide dalle abitudini curiose; il guazuncho che è una specie di elegante daino; il tapiro; l’oso hormiguero detto anche  oso bandera che, pigro e pacifico, ha un simpatico muso all’ingiù e che che si nutre di termiti; il yacaré overo (caimano) e decine di serpenti tra cui il velenoso coral e il temuto yararà de la cruz (serpente a sonagli argentino) oltre a 163 specie di uccelli tra cui la simpatica e curiosa chuna de patas negras, l’aquila incoronata, lo juventino jabirú dal collo gonfio (bianco e nero)  e lo scricciolo tordo.


Guazuncho

Altrettanto desueta la flora, preziosa e da sempre sempre ambita e “rubata” per ricavarne legname e mobili di lusso, che di fatto è un manuale di botanica a cielo aperto: due specie di cactus, uno gigantesco a candelabro e uno piccolo detto ucle; il gonfio palo borracho (ubriaco) dal tronco bombato di dimensioni impensabili e dai fiori bianchi o color crema simili a batuffoli; il quebracho blanco dalla corteccia grigio-gialla che termina in spine e che gli indios utilizzano per le sue proprietà simili a quelle del chinino; il quebracho colorado che raggiunge un metro di diametro e 24 metri di altezza e che  contiene un 30% di tannino ed è di una durezza estrema con l’anima color rosso-arancio; il leggendario e coriaceo palo santo usato dagli indios per costruire recipienti per il mate; il caranday o palma nera, il lapacho negro, l’urunday, l’algarrobo blanco e negro indispensabili alla comunità wichi che lo utilizza come combustibile e i suoi semi come foraggio per il bestiame (muli e poche magre vacche); il pericoloso espina corona dagli aculei poderosi che difendono il tronco dalle unghie degli animali qui davvero selvaggi. Tra la macchia irrompe infine dil chaguar che simile alla yucca viene utilizzato dalle donne wichi per intrecciare borse e tracolle. 

Sopra una delle duecento specie di uccelli dell'Impnetrable

Por suerte questa regione subtropicale è protetta da ordinamenti territoriali per la produzione sostenibile e la conservazione della biodiversità: meta ideale per avventurieri naturalisti, zoologi, botanici o biologi; meno adatta ai turisti sprovveduti. E’ poi parca di infrastrutture, ma proprio per questo autentica ed economica anche perché purtroppo è l’aerea più povera dell’Argentina.

 Lasciate ogni speranza o voi che entrate”; e se ci riuscite… perché il “Duca” qui non si incontra mai!

Sopra  Yacaré

L’ultimo nato tra i parchi e le riserve protette voluto con tenacia da Adrián Contreras coordinatore del masterplan,  è il Parque Nacional El Impenetrable ritagliato nel “Chaco seco pero mas húmedo” bagnato  dai due fiumi che lo delimitano a nord e a sud, il Bermejo e il Bermejito (quest’ultimo si può navigare in canoa rivolgendosi a Raul Palavicino tel. 3644445679)  e conquistato da paludi e stagni  bordeggiati da papiri (piri) e pahuajó che incorniciano galleggianti  camalotes (grandi foglie del  flor de irupé simili a verdi LP)  e  che dissetano una fauna  incredibile sorvolata da maestosi volatili.


Sopra Palo Borracho fiori e frutti

Ai due ingressi del nuovo parco, La Armonia e Nueva Población,  hanno appena finito di costruire due rifugi (rifugios de monte) con 16 posti letto ciascuno ideali per soggiornare e avere così più probabilità di avvistare verso sera gli animali mentre attraversano i sentieri in quanto come si inoltrano nel bosco è impossibile seguirli (non si può avanzare neanche di 20 centimetri tanto è fitto, inestricabile e spinoso l’Impenetrable). Hanno poi liberato un sentiero di circa 35 km e largo 4 metri - transitabile a piedi o in 4x4 e con alcune postazioni di avvistamento - che raggiunge il confine, segnato dal corso del fiume Bermejo/Pilcomayo, con la provincia di Formosa (di cui merita vedere la meravigliosa e più attrezzata palude del Bagnado La Estrella). Il percorso è snodato anche in quella che fu un’estancia di 100.000 ettari (la Fidelidad) di proprietà di due friulani, i coniugi Roseo.


Sopra Cactus, due tipi

Immigrati nel dopoguerra per falsa comunicazione del governo argentino, ovvero convinti di poter praticare una attività agropecuaria come nella Pampa cosa impossibile nel cuore dell’Impenetrable a loro sconosciuto, Manuel Roseo è stato assassinato nel 2011 perché, pare, ritroso a svendere il campo impraticabile in suo possesso. Oggi il casco (cuore abitativo dell’estancia), scarruffato ma fascinoso, è ancora sotto sequestro per le indagini. Ci sono altre due Riserve Provinciali nel Chaco Seco che valgono la visita: Fuerte Esperanza e Loro Hablador; sono piccole ma attraversate da sentieri attrezzati percorribili a piedi in un paio di ore. Custodite da abili e appassionati guarda parchi o guardie forestali, in genere sono accessibili durante le ore di luce. La meraviglia dell’Impenetrable è provocata dal silenzio assoluto e assordante che lo avvolge .

Sopra Jote Cabeza Amarilla

Nell’Impenetrable chaqueño, soprattutto nei pressi del rio Pilcomayo, si concentrano  le riserve delle etnie qom o tobas (= fronte) della famiglia guaycurú e wichi o matacos (= animali),  che, dedite a un artigianato di pregio oggi molto ambito da stilisti e creativi porteños come Ricky Sarkany,  hanno offerto non pochi spunti alle analisi di antropologi e sociologi:  l’integrazione con i criollos è difficile, comunque ancora in fieri.

         

Sopra fle etnie qom e wichi lavorano chaguar


Quello dell’indigenismo è difatti un affare “muy complicado” (altra definizione usata e abusata): sia il governo che la provincia assieme ad alcune istituzioni internazionali hanno stanziato fondi per l’inserimento, l’educazione scolastica  e dunque l’integrazione delle comunità qom e wichi (circa 80mila ex cacciatori, pescatori e coltivatori) dei villaggi Nueva Pompeya, Miraflores, El Sauzalito, Fuerte Esperanza  e Castelli isolati ai margini dei boschi impenetrabili; ma per decadi i governatori sia del Chaco che della confinante Formosa, veri caudillos di antica memoria,  non hanno mai brillato per onestà e sovente i denari sono stati “deviati” altrove con il pretesto, anche e purtroppo veritiero, della disoccupazione generale, della mancanza di attività industriali redditizie e infine della diffusa povertà regionale sia dei  criollos che degli eredi di quella che fu chiamata la “Colonia Elisa” formata da “uomini di buona volontà” chiamati dai governi argentini e sostenuta da filantropi di ogni paese dell’Europa orientale  e cioè da immigrati  ucraini, cecoslovacchi, polacchi e austriaci poi stanziati nel sud-est chaqueño.


Sopra rio Bermejito

Oggi quelli che furono gli estesi campi di cotone coltivati nei pressi della capitale Resistencia (uno dei più importanti industriali all’inizio del Novecento fu proprio l’italiano Barolo artefice dell’omonimo Palazzo Barolo in Buenos Aires) sono stati trasformati in agrumeti o campi di soia che impoveriscono vieppiù il terreno.

Favolosa comunque nel Chaco è l’affabilità degli abitanti. Cortesia manifestata forse perché pochi e indispensabili, forse perché gente humilde (povera ma non indigente a esclusione degli indios) e forse perché - interprete istintiva - per contrappunto alle difficoltà economiche riesce a essere e pensare positivamente.

Sopra riserva Nueva Esperanza


INFO

chaco.travel 

chacoturismo.com


 

Info parco: impenetrableparquenacional.org. I parchi e le riserve “biodiverse” del Chaco  sono in genere aperte dalle 07 alle 19 (meglio informarsi sul web)

         

 

ARRIVARE

In aereo da Buenos Aires (con alitalia.com. aerolineas.com.ar  aireuropa.com)  a Resistencia con voli giornalieri di Aerolineas e Austral (1,40 h).

In micro/bus dal Retiro sono 12/15 ore di viaggio e da Posadas circa 4,5/5 ore.

Conviene visitare l’Impenetrable con un locale  perché in caso di acquazzoni e tormente le strade sconnesse e in terra battuta intorno al parco e alle riserve diventano quasi impraticabili. Ci sono micro/bus che dalla capitale del Chaco Resistencia (Terminal de Omnibus in Malvinas y MacLean a 4 km dalla piazza principale 25 de Mayo) arrivano in circa 5 ore a Castelli e Miraflores ultimi avamposti raggiunti dalla strada  asfaltata;  ma da qui al parco dell’Impenetrable solo con remis (auto con autista) o improbabili taxi.

 

 

 

DORMIRE/MANGIARE

In alternativa ai due nuovi “rifugi del monte”, prenotabili presso quello che sarà il centro informazioni del nuovo parco a Castelli (impenetrableparquenacional.org),  si può dormire e mangiare a Misión Nueva Pompeya colonia di 4000 abitanti di cui 2500 indios dove i bancomat parlano in wichi perché gli adulti indigeni, abili artigiani, non sanno leggere oppure a Castelli. Entrambi distano ad almeno 1/1,5 h di distanza dalle riserve (dipende dalle condizioni delle strade sterrate).

 

Hotel Florencia Sa

Avenida San Martin 80, Juan José Castelli, tel. 03732 471426. Semplice, pulito. A due passi c’è la taverna/parilla Dyonis in dr. Horacio Vazquez, la migliore della cittadina

 

Parador Don Pichon

Misión Nueva Pompeya, guiahoteleraargentina.com,  tel. 03715 15617565. Spartano e pratico e senza alternative.

 

ARTIGIANATO QOM  E WICHI

Nonostante l’”indigenismo” oggi vada di moda la condizione dei qom e dei wichi nel Chaco (ma non diversa è quella dei quechua nel Norte) è simile a quella dei native-americans negli Stati Uniti: disadattati, dediti all’alcool e, soprattutto gli uomini, infelici ma non inquieti e dunque remissivi. Fatto sta che le anziane donne sia qom che wichi continuano a essere maestre artigiane.  A Misión Nueva Pompeya e a Miraflores non solo insegnano a figlie e nipoti come lavorare, colorare con semi e polveri vegetali e tessere la pianta del chaguar una bromeliacea che simile alla yucca o all’agave viene utilizzata appunto per intrecciare le yica, le meravigliose borse, borsette e tracolle. I maschi invece,  quando non si ubriacano allevano capre, pescano e alla meglio scolpiscono il legno cioè il favoloso quebracho.  E’ possibile acquistare i prodotti artigianali a  Miraflores e a Mision Nueva Pompeya  oppure a Resistencia alla Fundación Chaco Artesanal in Carlos Pellegrini 272.  



text and photos by Andrea Elvezio Battaglini are protected by European Copyrights Law: CDD April 10, 2016

NOT ALLOWED TO DOWNLOAD PHOTOS AND TEXT FOR COMMERCIAL USE

Milan, photobattaglini.it registered 1998 copyright  ©AB



HOME